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Visualizzazione post con etichetta fotografo professionista. Mostra tutti i post
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sabato 5 gennaio 2013

Ciaspolate fotografiche 2013 - Fotografare in inverno

Tornato l’inverno, tornata la voglia di ciaspolare in montagna.
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Come ogni anno organizzo le Ciaspolate fotografiche, quest’anno giunte alla 6° edizione. Quest’anno un programma leggermente diverso, che devo dire è quasi al completo.
L’idea è quella di poter offrire a chi ama la fotografia in montagna, l’accesso ai sentieri innevati, in ambiente invernale. Il fascino della neve per un fotografo di montagna è irresistibile, però occorre rispetto alle altre stagioni tenere conto che l’ambiente in cui ci si muove non è cosi facile come può sembrare. Affrontare un fuori pista, seguire un sentiero estivo in inverno può diventare molto pericoloso e occorre più che la capacità fotografica l’esperienza dell’ambiente invernale. Valanghe, condizioni meteo al limite, gestione dei pesi e tecniche di progressione sono argomenti che si affiancano al bagaglio culturale di chi fotografa e che io assieme alle guide che collaborano con Alpinfoto forniamo ai partecipanti dei corsi.
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Tutti gli anni organizziamo le Ciaspolate fotografiche proprio per venire incontro alle esigenze fotografiche ed escursionistiche di chi come me ama la fotografia in montagna. Il programma che offriamo è organizzato con cura e scelta degli itinerari, ogni programma che troverete nel sito è stato preventivamente provato dal sottoscritto per verificarne sicurezza e impatto visivo per dare l’opportunità a chi parteciperà di realizzare ottime immagini e passare una o due giornate piacevoli e didattiche.
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Quest’anno le ciaspolate fotografiche al Balcone del Monte Bianco e Cheneil sono già al completo, di seguito vi elenco gli eventi dove sono ancora disponibili posti.
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Novità 2013
Weekend fotografico in Dolomiti dal 1 al 3 Marzo 2013
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Seguendo i link trovete programmi e costi. Per mantenere un buon livello qualitativo dei corsi i posti disponibili sono limitati (massimo 10 persone) solo cosi facendo possiamo garantire a tutti l’assistenza necessaria.
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A presto!

mercoledì 25 maggio 2011

"Vengo a fare da sherpa" ovvero come non proporsi a fotografi e photoeditors

Il tavolo della redazione mentre si verifica la rivista
Oggi è stata una giornata più insolita del'insolito. Periodicamente ricevo mail e telefonate di persone che si propongono come assistenti, fotografi per collaborare con Alpinfoto, la mia società o con la rivista di cui sono Photoeditor ovvero Ev-magazine .  Oggi ho battuto il record di telefonate  e mail.
Molti di loro, spesso insistenti, compiono il medesimo errore di dirmi o scrivermi di poter valutare il proprio lavoro, quando sono libero, "a tempo perso", "un occhiata" e via dicendo fino ad arrivare a vere e proprie presentazioni come: "Vengo a fare da sherpa". 
Ora chiedere ad un fotografo di mestiere di valutare del lavoro quando è libero e come chiedere a qualsiasi altro professionista di svolgere il suo operato fuori dal suo orario di servizio, quindi non c'è peggiore presentazione.
Un professionista accetta di visionare dei lavori, se completi, ben presentati e descritti, senza rimandi a portfoli, link a siti o immagini disorganizzate senza una storia. Meno tempo si perderà nella visione delle immagini e più si possono avere delle chance rispetto al "mucchio". E già "mucchio" non dico sbagliato, perchè sono molte le richieste, ma sono poche quelle che spiccano per miglior forma di presentazione (ricordiamoci che un buon fotografo è anche un buon PR di se stesso). Se poi parliamo di reportage o originalità il cerchio si restringe.

Altro negativo modo di porsi è quello della gratuità il già citato "vengo a fare da sherpa" oppure "porto io le valigie nel viaggio". 
Se avessi bisogno di una mano con lo zaino, mi rivolgerei, come già faccio, a delle fidate guide alpine, che mi seguono da anni e che mi aiutano in molte ascensioni dove spesso in effetti il peso se distribuito su più persone rende possibili certi scatti. Mai mi permetterei di chiedere o accettare, ne da conoscenti, ne amici, ne parenti di scambiare "l'opportunità" di un viaggio, trekking in cambio di servizio Sherpa. Tantomeno non trovo giusto approfittare dell'entusiasmo di molti di voi, per farmi portare i pesi in montagna. Offrirsi come sherpa o portaborse lo vedo come una sorta di sudditismo, che poco ha a che fare con la fotografia e diventare assistenti di un fotografo. Cosi facendo, almeno con me, si parte con il piede sbagliato. 

il mio vecchio e incasinato studio
Preferirei piuttosto sentirmi dire, sono giovane, voglio cominciare questo lavoro, questo è quello che ho fatto, questo è quello che vorrei fare, per me la fotografia deve diventare un lavoro e non un semplice "arrotondamento" o "hobby pagabile". Ahimè finora fra le richieste giunte ho incontato poche persone che hanno il coraggio vero di iniziare questa, lo ammetto non facile, professione. Uno di questi è un mio assistente anche se non a tempo pieno, che sta pian piano entrando in questo mondo con il giusto ritmo, imparando giorno dopo giorno a relazionarsi. Sono sicuro che dopo una gavetta del genere potrà dire "ho fatto come dovevo e ora ne trarrò beneficio", spero diventi bravo, sarebbe anche un mio successo!


Molti fotografi come me, prima di me, dopo di me (ma ho già qualche dubbio in più) hanno iniziato questa carriera seguendo altri fotografi e imparando giorno dopo giorno. Abbiamo seguito corsi, ci siamo specializzati, abbiamo analizzato i lavori di chi è più bravo di noi e continuiamo a farlo, siamo stati anni senza guadagnare in pratica una lira, ma abbiamo creato lo "zoccolo duro". Dopo anni di gavetta, insuccessi, porte chiuse è giunto l'inizio il primo lavoro tutto nostro e retribuito.
Questo per spiegarvi che personalmente non ho molto piacere nel vedere persone che "lottano" a tutti i costi di diventare fotografi, forse nemmeno a tempo pieno, forse senza crederci, talvolta spinti da una fastidiosa invidia perchè noi fotografi si viaggia molto. Molte persone si "arrampicano" facendo qualsiasi cosa, anche  scorrettamente e cercando le più mere e banali scorciatoie. 

Bene sapete ora che il mio sistema di selezione, seppur potenzialmente imperfetto, (la perfezione non è umana) è meritocratico, ma non valuto solo la bravura nell'eseguire le immagini,  ma valuto anche la capacità di comprendere le richieste editoriali, velocità di esecuzione, ordine e precisione nel proporre il materiale, modo di porsi e sopratutto etica professionale e personale.

Mi scuso fin da subito se questi miei pensieri possono aver offeso, voglio ribadire che non sono un attacco a nessuno, nemmeno un ammonimento verso chi mi ha già scritto o mi scriverà, o una risposta a livello personale, ho solo voluto scrivere come la penso e spero di aver lasciato qualche consiglio utile a chi vuole davvero iniziare questo lavoro, che molto toglie, è difficile, ma da molte soddisfazioni personali. Ho sempre piacere nel vedere i lavori degli altri, e se sono validi rispondo sempre.

sabato 22 maggio 2010

Workshop Primavera Estate Alpinfoto

Ecco il calendario dei prossimi corsi in montagna e natura gestiti dal sottoscritto. Si va dalla giornate full-immersion, ai trekking fino ai workshop di due giorni. Come sempre preciso che i corsi pratici prevedono l'uscita con due fotografi professionisti e dove serve la guida alpina. I corsi non sono un semplice accompagnamento come succede in molti corsi che sono proposti sul mercato. Nei corsi Photofarm ogni partecipante è seguito personalmente, la presenza di due fotografi permette di spiegare nozioni suddividendo il groppo fra neofiti ed esperti in modo da colmare le lacune dei più bravi senza però tralasciare chi per la prima volta affronta la fotografia in modo più tecnico. La fotografia è vista da noi non come un espediente tecnico fine a se stesso, bensì il nostro obbiettivo è quello di far nascere nei partecipanti ai corsi una certa sensibilità artistica oltre al capire la "grammatica" e "filosofia" della fotografia naturalistica. Nei corsi non si parla tutto il tempo di questa o quella marca, di estremismi tecnici, ma di linguaggio fotografico, reportage, etica naturalistica, nozioni che poi determinano la scelta degli strumenti e attrezzatura e che rende davvero padroni di questa magnifica forma di espressione.

Calendario

Cascate  del Toce 29 Maggio 2010 - Photoday Valli dell'Ossola

Giornata all'insegna della macrofotografia, flora primaverile e paesaggio.
Con Mirko Sotgiu e Christian Patrick Ricci

DETTAGLI (web) - PRENOTA


Odle. puez, fanes trekking19 - 20 Giugno 2010 - Workshop Dolomiti Odle

Dalle Odle, il parco di Puez fino a Fanes, un itinerario di ampi paesaggi e mai noioso, di grande stimolo per un trekking fotografico.

DETTAGLI (PDF) - PRENOTA


Monte Barro corso fotografia3-4 Luglio 2010 - Workshop Alta Quota

In Valle D'Aosta a cospetto dei grandi ghiacciai del Monte Bianco. Reportage dei paesaggi delle nevi eterne.
Con Mirko Sotgiu e la guida alpina Luca Macchetto.

DETTAGLI (PDF) - PRENOTA


Monte Barro corso fotografia17-18 Luglio 2010 - Workshop Macrofotografico

Nel parco della Bessa-Baragge alla scoperta dell'universo del piccolo, un workshop unico in campo tendato.
Con Mirko Sotgiu e Christian Patrick Ricci.

DETTAGLI (PDF) - PRENOTA - Galleria


Aveto liguria7-8 Agosto 2010 - Workshop Alpinistico Castore

Reportage in alta quota! Oltre 4000m, una vera salita alpinistica, per realizzare immagini uniche.
Con Mirko Sotgiu e la guida alpina Luca Macchetto.

DETTAGLI - PRENOTA

sabato 3 ottobre 2009

La fotografia sta morendo?

Stamattina appena sveglio, facendo la mia solita rassegna stampa fotografica e non mi sono imbattuto nell'editoriale i Sandrio Iovine (Il FOTOGRAFO) http://sandroiovine.blogspot.com/2009/10/nonno-che-ti-serve-dire-e-ridire-cose.html.
La mia mano non ha saputo resistere e ho commentato come secondo me stanno andando le cose, per un verso spero che parte di quello che percepisco sia sbagliato, per un altro spero che almeno vada cosi.

Il funerale della fotografia? no non credo.
Leggendo l'ultimo commento dopo molti forse senza speranza, forse la via d'uscita c'è è sta nel mantenersi qualitativamente alti e innovativi.
Il mondo della fotografia classica dove il fotografo viene commisionato oramai è scomparso, però stiamo entrando in un mondo che comunica più di prima. E' vero il fotografo è visto con sospetto, ma con le sue capacità artistiche e comunicative può cavalcare meglio di qualsiasi altro fruitore i nuovi media. Non è più la fotografia in se a "vendere" ma è il lifestyle stesso del fotografo a diventare interessante, mi sto accorgendo con il passare degli anni, che per quante fotografie possa pubblicare e vendere la cosa che interessa di più al "nuovo" pubblico è quello che comunichi, che porti come conoscenza, la curiosità esiste ancora, ahimè si trova nelle nicchie e non più sull'ampio mercato. Da qui si può dedurre che il classico fotografo sui generis, di reportage, che per anni ha vissuto nell'immaginario collettivo stia sparendo. Secondo me non è vero, sono le foto fine a se stesse che stanno sparendo ma non la figura di colui che entra nella notizia, nell'ambiente e lo racconta, il trucco sarà nel capire e scoprire un nuovo modo di comunicare attraverso l'immagine verso il nuovo pubblico.
Per quanto riguarda l'editoria, credo che andrà scomparendo, la rete e la possibilità di una notizia diciamo co-generata farà si, anzi sta già succedendo che la carta stampata lascerà il posto al mezzo internet, credo che col tempo tornerà anche la qualità per la notizia e l'immagine. Spero che in questo paese che ha visto artisti fra i migliori del mondo torni la cultura del bello, siamo circondati da "cose belle" ma nessuno se ne accorge più, non si distingue una buona immagine da una "plasticosa" tutto si è omogeneizzato ad uno standard molto basso. Se la storia si ripete come alla fine del medioevo, torneremo ad un altro rinascimento, ora ci credo poco, ma la speranza.....