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mercoledì 31 maggio 2017

Trekking fotografico: Marmolada regina delle dolomiti


LA REGINA DELLE DOLOMITI: MARMOLADA Un trekking dal Passo S.Pellegrino passando per i rifugi più belli Rifugio Falier e Rifugio Contrin PANORAMI MOZZAFIATO, ALBE E TRAMONTI Venite a fotografare con noi! INFO LINK: http://ift.tt/2rvXOWG http://ift.tt/2rvXOWG

martedì 30 maggio 2017

Trekking fotografico Dolomiti Sorapis, fotografia notturna e paesaggio.


LAGO DI SORAPISS Una perla delle Dolomiti ampezzane. Trekking fotografico imperdibile. INFO LINK: http://ift.tt/2qBMPq9 http://ift.tt/2qBMPq9

venerdì 26 maggio 2017

Trekking fotografico: Il balcone delle aiguille del massiccio del Monte Bianco


MONT BLANC. TRAMONTO E ALBA DAL BALCONE DELLE AIGUILLES (Chamonix) Un tour fotografico spettacolare non alpinistico per ammirare e fotografare le enormi distese glaciali della regione nord del Massiccio del Monte Bianco Chamonix-Mont-Blanc Savoie Mont Blanc http://ift.tt/2p8752F

giovedì 25 maggio 2017

Natura e fotografia nella Riserva Regionale del Mont Mars


WORKSHOP FOTOGRAFIA NATURALISTICA (MACRO E PAESAGGIO) Dal 1 al 2 Luglio 2017 Un corso di fotografia naturalistica e paesaggio e macrofotografia dedicato a tutti, sia principianti che amatori, tramonto compreso. Riserva naturale del Mont Mars http://ift.tt/2qxvPme

mercoledì 24 maggio 2017

Weekend Fotografico con Alberto Bregani al Rifugio G.Segantini e in Val di Genova


Con Alberto Bregani Fotografia al Rifugio G. Segantini Val D'Amola riproponiamo il Weekend Fotografico d'Autore nel Parco Naturale Adamello Brenta Geopark Posti in esaurimento! http://ift.tt/2ps3N9U

martedì 23 maggio 2017

Trekking fotografico, Giro del Confinale, Parco Nazionale dello Stelvio


Quest'anno non vi portiamo solo al Rifugio Quinto Alpini ma vi facciamo fare tutto il Giro del Confinale passando anche dal Rifugio Forni. Un reportage completo del Nationalpark Stilfserjoch / Parco Nazionale dello Stelvio Valtellina Santa Caterina Valfurva INFO LINK: http://ift.tt/2rNqwje http://ift.tt/2rNqwje

Trekking fotografico: Marmolada regina delle dolomiti


FOTOGRAFARE LA REGINA DELLE DOLOMITI Marmolada Trekking fotografico di 3 giorni dal 7 al 9 luglio 2017 Posti disponibili limitati. INFO LINK : http://ift.tt/2rvXOWG Marmolada - Move To The Top Rifugio Falier Rifugio Contrin http://ift.tt/2rvXOWG

lunedì 22 maggio 2017

Natura e fotografia nella Riserva Regionale del Mont Mars


NATURA E FOTOGRAFIA. Dal paesaggio alla flora - Fontainemore & la Riserva Naturale del Mont Mars Vivere la Valle d'Aosta - Eventi e manifestazioni #workshop #fotografia #valledaosta http://ift.tt/2qxvPme

domenica 21 maggio 2017

Quechua Escape 50: Uno zaino multi uso per il backpacker amante della fotografia - Alpinfoto travel mountain blog


Uno zaino che si adatta alle esigenze del fotografo escursionista? Abbiamo provato Quechua Escape 50 di #decathlon Decathlon Italia #condivivi #backpacking Nicla la Torre #cinqueterre #trekking #zaini #fotografia http://ift.tt/2qKKLjx

sabato 20 maggio 2017

Instagram post by @trekkingfotografici • May 20, 2017 at 8:03pm UTC


Il Corno del Nibbio - Grigna meridionale - Pian del Resinelli. Lo scorso autunno durante il nostro consueto corso di fotografia :-) Rifugio Soldanella Pian dei Resinelli La Sgrignettata http://ift.tt/2rEngWA

venerdì 19 maggio 2017

Quechua Escape 50: Uno zaino multi uso per il backpacker amante della fotografia

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L’eterno dilemma degli appassionati di lunghi trekking in giro del mondo appassionati di fotografia è lo zaino. Prima di ogni viaggio che sia di 3 giorni o di un mese, il problema è sempre quello: Che zaino mi porto? Se si sceglie uno zaino fotografico, finisce che tutto quello che ti serve per vivere, esempio il sacco a pelo, la tenda o semplicemente una giacca o la bottiglia d’acqua, non  si riesce a stivarlo neanche nel più capiente e tecnico degli zaini fotografici. Dall’altra parte uno zaino da escursionismo, non ha abbastanza tasche, scomparti in cui riporre macchina fotografica, filtri e obbiettivi.

Un grosso problema, che non è facile da risolvere e alla fine si scende sempre a compromessi. Il gioco si fa più duro quando invece di due o tre giorni di trekking si passa ad intere settimane. Il materiale fotografico diventa solo una minima percentuale del totale peso dello zaino.

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Alla fine del confronto tra zaini fotografici e zaini da trekking, la vittoria va verso quest’ultimi sia per volume che per organizzazione delle tasche. Una delle soluzioni che mi sento di proporre per lunghi trekking, magari con tenda e sacco a pelo, è quella di scegliere zaini da backpacking, ovvero quei prodotti pensati per il viaggiatore che non vuole altri bagagli al seguito se non solo uno zaino in spalla. Una filosofia di vita, sotto un certo verso, ma anche la soluzione più versatile e veloce per chi ama viaggiare e fotografare senza fermarsi, portando sempre tutto con se.

Tra gli zaini da backpacking, ad un prezzo decisamente concorrenziale, ne troviamo uno  che abbiamo provato recentemente in un viaggio alle CinqueTerre in Liguria:

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Quechua Escape 50 di Decathlon. La situazione è quella classica, un giro a tappe di 5 giorni, di paese in paese a piedi, seguendo sentieri di ogni genere a picco sul mare e in quota tra i monti. Sono molte le tappe sia in natura che in mezzo ai paesi, un sali e scendi continuo alla ricerca dello scorcio inedito e l’ora migliore per fotografare. Impossibile muoversi se non con uno zaino capiente dove portare tutto con noi, perché ogni giorno si dorme in un posto diverso.

Escape 50 (esiste anche la versione 70) anche se non è un prodotto di punta iper-specifico (il peso di 2Kg non lo rende adatto a trekking impegnativi in alta quota) si adatta bene invece a tutte quelle situazioni che gli inglesi amano chiamare “Travel and Leisure”, quindi trekking come la Via Francigena, il Cammino di Santiago e tantissimi altri cammini o il semplice trasferimento di città in città con i più diversi mezzi di trasporto.

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Dal buon rapporto qualità prezzo, Escape costa 109,99€ nella versione da 70 litri, 89,99€ quello da 50 litri, dimostra di essere un prodotto con delle innovazioni molto utili, anche per come abbiamo potuto testare adatte alla fotografia in viaggio.

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E’ molto resistente, la cordura di cui è tessuto è testata, come dichiarato dal produttore fino a 10000 volte contro l’abrasione. Una copertura, fornita con lo zaino, che funge anche da sacca da trasporto come borsa, protegge lo zaino dalla pioggia in modo efficiente, salvando così dall’umidità il nostro prezioso carico.

L’apertura è a valigia. Possiamo decidere come aprire lo zaino mentre camminiamo, ma all’occorrenza si può aprire completamente a libro. Questo facilita molte operazioni come togliere e mettere la giacca o preparare in modo ordinato la sacca. Per la parte fotografica abbiamo valutato di stivare macchina e obbiettivi (ogni obiettivo separato e protetto in una sua sacchetta imbottita che non è fornita con lo zaino) nello scomparto in basso divisa dal resto dello zaino. Questo spazio può ospitare 2/3 obiettivi e una macchina fotografica, esempio un medio teleobiettivo, due grandangoli e una reflex professionale. Se non basta, per esempio un lungo teleobiettivo può essere posizionato nello scomparto principale. Filtri, flash e altri accessori possono essere posizionati in una delle sacche a cerniera frontali esterne, molto capienti.

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Per come è realizzato lo zaino sia lo scomparto in basso che le altre parti sono ben protette ed imbottite, chiaro non ci troviamo davanti ad uno zaino fotografico, quindi è bene stivare obbiettivi e accessori protetti dalle loro custodie.
I 50 litri dell’Escape 50 sembrano molti di più. Una volta caricato il corredo fotografico abbiamo ancora spazio per una giacca a vento imbottita, la bottiglia d’acqua (o la sacca camelback) e i viveri, il sacco a pelo, un piccolo computer o tablet oltre altri beni di necessità.

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Il cappuccio dello zaino è molto capiente ed è estraibile, quindi utilizzabile come borsa a tracolla, dove tenere documenti, telefono etc etc. Nel nostro caso abbiamo inserito qui un iPad3, documenti di viaggio, le batterie del telefono e reflex. Se lasciate lo zaino in albergo o ostello, potete mettere al sicuro il contenuto dello zaino lucchettando le grandi cerniere.

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Se avete dei dubbi sugli spallacci, abbiamo provato lo zaino con circa 22Kg di materiale, per cinque giorni alla media di 8 ore di cammino al giorno. Le dimensioni e la consistenza degli spallacci non ha creato problemi alle spalle, anche se consigliamo di viaggiare con meno peso se non siete abituati. Inoltre le fasce laterali all’altezza delle anche sono generose e in grado di bilanciare bene il peso sulla schiena (una delle quali può contenere un telefono). Le regolazioni dell’Escape 50 sono pratiche e veloci, regolabili anche mentre si cammina.

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Se vi state preparando per il trekking estivo di più giorni a spasso per il mondo e la vostra passione è il viaggio a piedi, questo zaino è un buon prodotto dal prezzo contenuto che ben si adatta a diverse esigenze.

Link al prodotto su Decathlon: http://ift.tt/2qClEzp



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Trekking fotografico: Il balcone delle aiguille del massiccio del Monte Bianco


FOTOGRAFARE I GHIACCIAI DEL MONTE BIANCO Cerchiamo sempre nuove prospettive. Dal Refuge Re Albert potrete fotografare alba, tramonto e la notte da una veduta aerea sui ghiacciai. Un posto unico nel massiccio del Monte Bianco. Temi del trekking fotografico: Fotografia notturna, paesaggio e reportage. 3 posti disponibili. http://ift.tt/2p8752F

giovedì 18 maggio 2017

Trekking fotografici


DOMENICA Super escursione fotografica a Lago di Sfille con vetta panoramica :-) Abbiamo per l'abbondanza di neve in quota dovuto cambiare itinerario per Domenica. Tranquilli uguale bellezza e stessa tipologia di trekking. Per prenotarvi potete usare la stessa scheda del trekking fotografico che era in programma: http://ift.tt/2pYl8Za http://ift.tt/2pYl8Za

mercoledì 17 maggio 2017

Natura e fotografia nella Riserva Regionale del Mont Mars


WORKSHOP DI FOTOGRAFIA NATURALISTICA (PAESAGGIO E FLORA) Fontainemore & la Riserva Naturale del Mont Mars Aosta Valley Vivere la Valle d'Aosta - Eventi e manifestazioni Proloco Fontainemore INFO LINK http://ift.tt/2qxvPme http://ift.tt/2qxvPme

Trekking fotografici


Trekking Fotografici sosterrà la spedizione di ArrampicAnde in Perù ad agosto 2017. "L'impossibile diventa possibile" La spedizione vedrà Silvia Parente e Kelvin Ferrari atleti disabili insieme ad un nutrito gruppo di alpinisti esperti alle prese con nuove vie di arrampicata nella Cordillera Blanca. Per sostenere la spedizione è possibile acquistare la maglietta e il buff ufficiale direttamente sul nostro sito. http://ift.tt/2pKRUkI http://ift.tt/2pKRUkI

martedì 16 maggio 2017

Trekking Fotografico: Tra laghi e stambecchi – passo gottardo


Domenica all'insegna della fotografia di paesaggio tra laghi e stambecchi. Dove? In Canton Ticino! Posti disponibili 2. INFO LINK: http://ift.tt/2qlOV1I http://ift.tt/2qlOV1I

Photoday: Fotografia Bianco e Nero in Val di Mello con Alberto Bregani


Sabato in Val di Mello con Alberto Bregani Fotografia un evento all'insegna della fotografia d'autore in Bianco e Nero in una della valli che riteniamo siano tra le più interessanti al livello fotografico per questo genere di fotografia. Posti disponibili, ultimo giorno per prenotare giovedì INFO LINK: http://ift.tt/2pbjsf3 http://ift.tt/2pRqqWh

Trekking fotografico: Il balcone delle aiguille del massiccio del Monte Bianco


MASSICCIO del MONTE BIANCO Un trekking alla scoperta dei lati nascosti INFO LINK: http://ift.tt/2p8752F http://ift.tt/2p8752F

giovedì 11 maggio 2017

Trekking fotografico: Il balcone delle aiguille del massiccio del Monte Bianco


Trekking fotografico: Il balcone delle aiguille del massiccio del Monte Bianco. 4 posti disponibili. INFO LINK: http://ift.tt/2p8752F http://ift.tt/2p8752F

mercoledì 10 maggio 2017

Corso Video DSLR: Raccontare la montagna e la natura


A grande richiesta un corso video in montagna ad ottobre. Corso aperto a tutti i possessori di qualsiasi apparecchio che sia in grado di registrare un video. Particolare attenzione all'utilizzo di DSLR. Il programma sul nostro sito: http://ift.tt/2q1JJis #video #montagna #corso #lezioni #montaggio #sceneggiatura http://ift.tt/2q1JJis

martedì 9 maggio 2017

Newsletter di Trekking Fotografici I prossimi apputamenti


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Weekend Fotografico con Alberto Bregani al Rifugio G.Segantini e in Val di Genova


WEEKEND FOTOGRAFICO D'AUTORE RIFUGIO SEGANTINI Parco Naturale Adamello Brenta Geopark Con Alberto Bregani INFO LINK: http://ift.tt/2ps3N9U http://ift.tt/2ps3N9U

Trekking Fotografico: Tra laghi e stambecchi – passo gottardo


TRA LAGHI E STAMBECCHI in Ticino, Switzerland Giornata fotografica base al passo del San Gottardo con salita tra laghi e praterie, cima compresa. INFO LINK: http://ift.tt/2qlOV1I http://ift.tt/2qlOV1I

domenica 7 maggio 2017

Photoday: Fotografia Bianco e Nero in Val di Mello con Alberto Bregani


FOTOGRAFIA IN BIANCO E NERO IN MONTAGNA Con Alberto Bregani il 20 Maggio in Val Di Mello #masino Valtellina http://ift.tt/2pbjsf3

Una settimana è passata dai tre giorni al Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino Fiera di Primiero San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi - Apt Smart Qui un'anticipazione di cosa abbiamo visto :-) http://ift.tt/2pntLwd

sabato 6 maggio 2017

Vincitori del Trento Film Festival 65 edizione


A trento assenate le Genziane d'Oro Trento Film Festival http://ift.tt/2qcUxeZ

Vincitori del Trento Film Festival 65 edizione 

Proclamati i film vincitori della 65° edizione del Trento Film Festival. La giura internazionale composta da Timothy Allen, Gilles Chappaz, Fridrik Thor Fridriksson, Anastasia Plazzotta e Andrea Segre, ha assegnato le Genziane del 65. Trento Film Festival. Questa sera alle ore 20:30 presso il Supercinema Vittoria la consegna dei premi.

Genziana d’oro miglior film – Gran Premio città di Trento, per il 2017 è stata assegnata al film di Samuel in the clouds del belga Van Eecke.

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Genziana d’oro per il miglior film di alpinismo a Dhalaugiri ascenso a la Montaña Blanca

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Genziana d’oroper il miglior film di esplorazione avventura a Diving into the unknown.

DivingIntoTheUnknown_1-photo-Janne-Suhonen-©MonamiAgency2015

Le Genziane d’argento per il miglior contributo tecnico-artistico e miglior cortometraggio assegnate rispettivamente a Life in four elements e a The Botanist.
Premio della Giuria a Gulîstan, land of roses.
Menzione speciale a Becoming Who I Was

Seguono le motivazioni della giuria:

Samuel in the clouds

“Un personaggio unico e universale allo stesso tempo, raccontato con grande coerenza estetica e profondo rispetto umano, in uno stile documentario puro e onesto che ci aiuta a riflettere su un tema di grande urgenza”.

Il film di Van Eecke racconta la storia di Samuel, l’anziano gestore della stazione sciistica del monte Chacaltaya in Bolivia, una delle più alte al mondo, ormai dismessa a causa della scomparsa delle nevi perenni dovute all’assenza di precipitazioni e all’aumento delle temperature anche durante il periodo invernale. Ma Samuel, nonostante le previsioni negative dei climatologi, non demorde e spera sempre in un ritorno della neve, accogliendo ogni giorno i turisti in arrivo da tutto il mondo, attratti dal meraviglioso panorama che si domina dalla cima della montagna, portando avanti la sua attività con amore, semplicità e passione, così come ha fatto per decenni. Aspettando e sperando di vedere nuovamente imbiancata la “sua” montagna.

Dhaulagiri, ascenso a la Montaña Blanca

La Genziana d’oro miglior film di alpinismo – Premio del Club Alpino Italiano è stata invece assegnata al documentario Dhaulagiri, ascenso a la Montaña Blanca di Christian Harbaruk eGuillermo Glass (Argentina, 2016) con la seguente motivazione: “Tra i pochi film del concorso in questa categoria, la Giuria ha voluto dare un riconoscimento all’umiltà, alla sobrietà e alla correttezza etica con cui il regista e i protagonisti hanno ricostruito la loro drammatica spedizione in stile alpino”. Il film racconta la storia di quattro amici argentini, Guillermo, Christian, Sebastián e Darío, che decidono di girare un documentario sulla loro ascesa al Dhaulagiri. Ma Darío muore durante il tentativo di raggiungere la vetta in solitaria.

Diving into the unknown

Il premio Genziana d’oro miglior film di esplorazione o avventura – Premio Città di Bolzano è andato al documentario Diving into the unknown di Juan Reina (Finlandia, 2016). La giuria ha assegnato il premio con la seguente motivazione: “Quando un’avventura sportiva si trasforma in dramma ci si chiede quale sia il senso di una passione comune e come si possa mettere la propria vita in gioco per amicizia e rispetto reciproco. Un film che esplora le profondità dell’animo nordico, una lezione sulla cultura dell’impegno. Una storia incredibile, straziante e coinvolgente”.

L’opera racconta il tentativo effettuato da cinque speleo sub finlandesi di portare a termine la più lunga immersione subacquea della storia all’interno di una grotta sommersa in Norvegia, ma la missione ha un esito tragico e solleva pesanti interrogativi sul senso di una disciplina così estrema.

Life in four element

La Genziana d’argento miglior contributo tecnico-artistico è stata assegnata a Life in four elements di Natalie Halla (Finlandia/Austria/Spagna,2017) con la seguente motivazione: “Un’eccellenza tanto tecnica quanto artistica, una meravigliosa fusione tra racconto epico e intimi incontri, visivamente incantevole”.

Il film narra quattro storie esemplari, quella di un’apneista, un vigile del fuoco, un alpinista e uno speleologo che descrivono il rapporto dell’uomo con i quattro elementi.

The Botanist

La Genziana d’argento miglior cortometraggioè andata a The Botanist di Maxime-Lacoste Lebuis e Maude Plante-Husaruk (Canada/Tagikistan, 2017) con la seguente motivazione: “L’intenso ritratto di un uomo la cui storia non è solo personale ma è quella di un intero paese. Il potente ritratto di un villaggio remoto che per trenta minuti diventa il centro del nostro mondo, nel quale vorremmo rimanere più a lungo, insieme al protagonista, senza dimenticare che “non è dalla sua fronte che si possono giudicare i pensieri di un uomo”.

L’opera racconta la storia di Raïmberdi, un anziano botanico che ha perso tutto e si è trasferito con la sua famiglia sulle brulle montagne del Pamir. Nei momenti liberi l’uomo cataloga rare specie di piante con una splendida grafia.

Premio della giuria: Gulîstan, land of roses

Il Premio della Giuria è andato a Gulîstan, land of roses di Zaynê Akyol (Canada/Germania,2016). La motivazione della giuria è stata la seguente: “L’ultima scena rimarrà con noi a lungo. Un esempio meravigliosamente intimo e commovente di cinema documentario”.

La regista si è messa alla ricerca dei ricordi di Gulîstan, una sua cara amica, come lei emigrata in Canada, che si è successivamente unita al PKK. Entra così in contatto con un gruppo di guerrigliere che vivono in un costante e impegnativo addestramento fisico e spirituale, pronte a difendere il territorio curdo dalla minaccia dell’ISIS.

Menzione speciale: Becoming Who I Was

Infine Menzione speciale a Becoming Who I Was di Chang-yong Moon, Jin Jeon (Corea del Sud,2016, ’96) con la seguente motivazione: “Sono tempi in cui è più che mai necessario rispettare la fede di ognuno. Questo film ci insegna che dovremmo tutti seguire ciò in cui crediamo, per quanto difficile possa essere raggiungere i nostri scopi”.

L’opera ha come protagonista il piccolo Angdu che viene riconosciuto come la reincarnazione di un monaco tibetano vissuto secoli prima. Il maestro del suo villaggio decide allora di accompagnarlo lungo il percorso che lo porterà dall’India al Tibet.



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Blanca oscuridad e Dhaulagiri ascenso a la montaña blanca: la rielaborazione delle decisioni.

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Due pellicole che raccontano due storie non andate a buon fine e la rielaborazione delle domane e delle decisioni. Blanca oscuridad si basa sulla cronistoria e sulle decisioni prese dai superiori che hanno portato a cattivo fine quella che doveva essere un’esercitazione. Dhaulagiri, Ascenso a la montaña blanca affronta il tema della scelta dal punto di vista personale; restare ad aspettare, scalare una vetta in solitaria, sono decisioni che fanno la differenza tra il tornare a casa o restare per sempre su una montagna.

Blanca Oscuridad

Un film molto intenso risultato di una ricerca durata cinque anni di Juan Elgueta Ortiz regista di questo film.
Si tratta di una storia realmente accaduta che ha sconvolto l’intera nazione Cilena, la morte di quarantaquattro militari durante un’esercitazione per ipotermia. Il documentario viene raccontato dalla voce di uno dei protagonisti della tragedia, che decise nel 2005 di intraprendere la carriera militare nell’esercito cileno.
Il film narra un dettagliato resoconto della fatale giornata, dalle prime ore del giorno, tra testimonianze e documenti storici, con un particolare interesse per le decisioni del comando.
L’equipaggiamento inadeguato durante un’esercitazione, sul vulcano Antuco nella cordigliera andina fu fatale. Una tempesta violenta in mezzo alle Ande senza potersi proteggere, fu praticamente causa della tragedia. Con cura il regista spiega gli effetti dell’ipotermia e gli ordini di continuare la marcia, nonostante il clima, da parte dei superiori, Scelte fatali che portarono la truppa a sopportare condizioni climatiche impossibili. Tra stenti e il freddo, i protagonisti, si alternano nel racconto, rivisitando i luoghi della tragedia. Un film che colpisce come un pugno sullo stomaco, difficile non immedesimarsi, grazie al ricordo ancora vivo dei superstiti, dei familiari, e delle immagini molto curate.

Dhaulagiri, Ascenso a la montaña blanca

Ritornare sui propri passi e rielaborare le scelte che hanno portato una spedizione verso il limite estremo causando la morte di uno dei componenti. Guillermo, Christian, Sebastian e Dario decidono di partire per il Nepal per girare un film sulla loro ascensione del Dhaulagiri.
Il gruppo di amici imposta la spedizione un stile alpino, evitando quindi lo stile himalayano che comporta salire e discese.
Guillermo e Christian hanno sapientemente mostrato, in questo film, le condizioni fisiche e psichiche a cui è sottoposto il corpo umano sopra i 7000m, grazie alle immagini e le testimonianze dei componenti della spedizione.
Un film che racconta come le scelte un alpinismo e la consapevolezza delle proprie capacità sia fondamentale per garantire il proprio ritorno da una montagna così alta.



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venerdì 5 maggio 2017

Film tra ambiente e società: le mie scelte al Trento Film Festival

Siamo arrivati al termine del Trento Film Festival. Tra poche ore conosceremo i vincitori delle Genziane di questa 65° edizione del festival.
Mi manca ancora qualche film da guardare, parlo di “W” che a sentire ha suscitato parecchio interesse e Gulistan, Land of Roses, intanto vi parlo di quanto ho già potuto visionare.

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Iniziamo parlando di tre film che in modo diverso parlano di ambiente:

Woman and the Glacier
.
Più che di ambiente, in questo film, salta subito evidente la solitudine. Siamo nel Tian Shan, Kazakistan, Ausra Revutaite è una ricercatrice lituana, che da più di trent’anni trascorre le sue giornate in una postazione glaciologica eretta in epoca sovietica.
Il suo lavoro è quello di raccogliere informazioni sul vicino ghiacciaio, ogni giorno. Vive nella totale solitudine insieme ad un cane e un gatto. Nel film, Ausra non parla quasi mai. Sono i suoni della natura che fanno da colonna sonora al film, salvo qualche incursione di mezzi fuoristrada, che fanno la spola per i viveri e altro verso la stazione glaciologica.
Il regista in questo film, di 57 minuti, riesce a interpretare in modo mai noioso il passare del tempo, dando ampio risalto agli strumenti di misurazione che vengono utilizzati dalla protagonista. In un modo o nell’altro ci rendiamo conto di quando sia lontano dalla quotidianità il lavoro di Ausra. Immagini affascinanti, testimonianza dello scioglimento del ghiacciaio, che elevano questo film ad ottimo lavoro.

Jardines de Plomo (Giardini di piombo)
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Ci troviamo nelle Ande peruviane, qui una maestra decide, insieme ai suoi alunni, di indagare sul motivo per cui capi di bestiame stiano morendo. In breve tempo e grazie alle analisi, tramite micro-invertebrati, Silvia (la maestra) scopre che l’acqua del fiume è contaminata da metalli pesanti provenienti dalla lavorazione di una miniera non lontano dal villaggio.
Un film che racconta, come già accade in molte parti del mondo (e in Italia), come gli interessi economici prevalgano sulla salute dei cittadini. Un’intera popolazione che vive del lavoro in miniera, che a sua volta, per via della corruzione e dei mancati controlli, inquina l’ambiente. La richiesta dei ragazzi della scuola, della maestra e degli agricoltori della valle, si scontrerà con gli interessi dei padroni della miniera e dei minatori.
Alessandro Pugno, ha realizzato un difficile lavoro di produzione in questo film, basta solo osservare quanto sia entrato in contatto con le famiglie che vivono in questa regione. Un film che offre uno spaccato di società andina e al contempo denuncia, ancora una volta, i problemi ambientali causati dall’industria mineraria.
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The Botanist

Rimaniamo in tema ambientale, ma in Tagikistan. Raimberdi è un botanico e maestro di scuola. In seguito alla guerra civile ha perso tutto e si è trasferito con la famiglia nelle desertiche montagne del Pamir. Il suo tempo libero è dedicato con passione alla raccolta delle specie botaniche, della valle, in un erbario. Un’uomo che con ingegno ha saputo risolvere i piccoli e grandi problemi di autosufficienza che si incontrano in un luogo così remoto. La prima impressione è quella di avere a che fare con un protagonista agricoltore, ma con lo scorrere del film, ci si accorge quanto acuto sia il suo intelletto e come sia stato capace di risolvere annosi problemi del villaggio. Mai fermarsi alle apparenze, un film consigliato.
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Those Who Remain

Da uno spaccato di società isolata ad uno di comunità. Siamo in Libano a confine con la Siria. Qui una comunità di sunniti, sciiti, maroniti vive in continuo contrasto. La guerra civile dal ’75 al ’90 ha fortemente segnato la convivenza tra gli abitanti della regione di Al Shambouk. Il film racconta, nel modo classico dell’intervista, infrangendo la neutralità del documentario con dialoghi tra regista e protagonisti, i contrasti tra i possessori di terre, i rapporti tra Heykal e i propri figli e i problemi politici di questa regione. Heykal è un uomo determinato, che nonostante i problemi di convivenza, la rivendicazione delle terre, non si da per vinto e continua la sua vita, regolarmente, lasciando il segno nella sua comunità. Il protagonista allo stesso tempo è testimone di uno spaccato di società, che di un libano al tempo del terrorismo. Un film molto interessante.
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Film Trento Film Festival: L’arrampicata al femminile

Scorrendo il catalogo dei film nella sezione Alp&Ism sono incappato in tre cortometraggi che hanno un filo comune. Si tratta di film dedicati, a chi secondo il mio parere, sta facendo qualcosa di nuovo in arrampicata, ovvero le donne.

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Tre punti di vista diversi, tre modi di scalare e frequentare differenti per Brette Harrington, Mar Alvarez e Caroline Civaldini.

Brette

Un corto di 10′ che racconta le imprese in giro per il mondo della climber americana (Brette Harrington) alla scoperta dei “Big wall”. Brette, nel film, traspare, come un talento fresco e giovane, che ama confrontarsi con la roccia, le difficoltà su vie molto lunghe che metterebbero a dura prova i climber più in voga del momento. Il cortometraggio in se non offre nulla di nuovo sul panorama a livello tecnico che registico. Sicuramente da vedere per gli amanti delle vie ambientate nei grandi spazi naturali del nostro pianeta.

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Mar Alvarez – No logo

Otto minuti che mantengono alta l’attenzione per questa arrampicatrice spagnola che per il livello si potrebbe dire sia professionista, ma che invece non lo è, anzi tutt’altro.
Mar è la quarta donna al mondo ad aver scalato due 9a e quinta al mondo un 9a, e cosa non da poco lavora come vigile del fuoco. Le immagini sono molto curate e raccontano in modo efficace e veloce quale sia la giornata di Mar, tra allenamento e lavoro. Un documentario piacevole e di ispirazione per molte
climbers.

Shifting Dreams

Ultima, ma non in ordine di importanza è la storia di Caroline Civaldini, francese, arrampicatrice di calibro internazionale. Nonostante il documentario usi il modo classico dell’intervista frontale, il documentario di 32′ racconta in modo efficace i progressi di Caroline prima di intraprendere il suo progetto.
Immagini spettacolari in alta quota, infatti, raccontano la salita di Voie Petit sul Gran Capucin nel Massiccio del Monte Bianco. Il film, diretto da Chris Prescott, non è certo al risparmio di mezzi e segue l’arrampicatrice fino in vetta, mostrandoci a quali difficoltà si va incontro cercando di affrontare una via di questo livello. (8b, 450m a 3800m di quota).



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