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martedì 20 dicembre 2016

Esposizione fotografica in digitale: ETTR, esporre a destra

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Un fotografo, invitato a cena da un amico, ebbe l’occasione di mostrare alcune sue fotografie alla padrona di casa che, estasiata, alla fine esclamò: “Davvero bellissime! Lei deve avere un’ottima macchina fotografica…” 

Conclusa la serata, il fotografo si rivolse alla signora e le disse: “Grazie signora, era tutto squisito! Lei deve avere delle ottime pentole…” 

 

Esposizione in digitale, chiariamo un po di concetti.

Recentemente ho ricevuto molte email che chiedevano consigli sull’esposizione a destra. Molti di voi hanno richiesto se sia corretto o meno seguire questa tecnica. Inoltre, altri, ascoltando consigli decisamente fuorvianti, hanno realizzato immagini eccessivamente sovraesposte, “Tanto c’è il recupero alte luci”.
Con questo articolo vediamo di fare un po di chiarezza sull’argomento una volta per tutte.

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Cosa vuol dire esporre a destra?

Sfatiamo subito una cosa, l’esposizione a destra (ETTR) non è una tecnica di post-produzione e non si effettua successivamente allo scatto. L’esposizione a destra è una tecnica appunto di esposizione che si effettua in fase di ripresa.
Tutte le macchine fotografiche reflex, mirrorless, ma anche le compatte, offrono due utili strumenti di valutazione della qualità di un’immagine appena scattata, si tratta dell’istogramma e dell’avviso “alte luci”
L’istogramma è un grafico statistico che fornisce informazioni su come sono distribuiti al variare della luminosità i pixel di una foto. In poche parole in questo grafico, partendo di sinistra, sono ordinati i pixel più scuri (ombre) fino ai più chiari (alte luci) a destra.
L’istogramma è un grafico che dice come sono distribuiti i pixel di una foto al variare della luminosità. In altre parole, l’istogramma riordina i pixel di un’immagine dai più scuri (a sinistra), che corrispondono alle zone d’ombra, ai più chiari (a destra), che corrispondono alle zone di maggiore luce. Ogni linea verticale del grafico indica quanti pixel dell’immagine hanno un determinato valore di luminosità: più è alta, maggiore il numero di pixel corrispondente a quel livello di luminosità. Un’immagine sottoesposta porterà l’istogramma tendenzialmente a disporsi a sinistra, al contrario, in sovraesposizione avremo un istogramma distribuito a destra.

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Quindi dire “esporre a destra” significa esporre una fotografia per ottenere un istogramma distribuito verso destra, in poche parole, una fotografia tendenzialmente sovraesposta.
L’esposizione corretta, che non è detto essere quella che suggerisce l’esposimetro, fa assumere all’istogramma una forma a campana mediata sul centro. Lo scopo di esporre a destra è quello di portare il più possibile la distribuzione dell’istogramma fino a limite destro del grafico.

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Sopra: immagine esposta correttamente a destra

Sotto: immagine esposta come suggerito dall’esposimetro (sottoesposta)

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Perché esporre a destra?

Prima di tutto occorre dire che l’esposizione a destra è una tecnica che si utilizza quando si registrano le immagini in formato RAW. In altri formati “finiti” come il jpeg e tiff il margine di manovra in post-produzione sarebbe decisamente limitato se non errato.

Si tratta di un problema fisico ed elettronico, ovvero il rumore termico. Tutti i sensori digitali, anche i più costosi sono affetti da rumore è impossibile che non esista. Il rumore di un’immagine digitale è facilmente visibile nelle ombre. In un’immagine molto scura, scattata a ISO alti (prendiamo per esempio 6400 ISO) sarà facile individuare nelle parti scure della fotografia pixel di luminosità e colori diversi, distribuiti in modo casuale. Il risultato finale è un’immagine che perde di definizione, che nei casi peggiori risulta cosparsa di puntini di diverso colore. Si può notare che, nonostante gli ISO molto alti, nelle zone in luce, questo rumore non è più percettibile, scompare. Dove c’è molta luce, il rapporto tra il segnale del rumore e quello della luce rilevata è talmente elevato che il primo viene “coperto” totalmente.

Senza entrare nello specifico, possiamo dire che, guardando l’istogramma, il rapporto segnale (luce) e rumore diminuisce portandoci verso destra del grafico. Ecco un motivo per cercare di esporre il più a destra possibile l’istogramma. Se esponiamo un’immagine al centro dell’istogramma o peggio sotto-esponiamo un’immagine avremo una fotografia che nelle ombre presenterà più rumore.

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Un esempio di immagine sottoesposta, difficile da recuperare la qualità delle ombre se non con software appositi di riduzione rumore. Questi software non sono la soluzione migliore quando era possibile realizzare l’immagine già esposta a destra. Inoltre si nota già dall’istogramma (seghettato) come siano andati persi molti toni, segno che i dettagli, manipolando le curve di colore, sono andati persi.

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Attenzione a non superare la soglia di saturazione

Verrebbe da dire, che non ci sono limiti di esposizione. Questo non è vero, ogni sensore ha una capacità massima di rilevazione della luce oltre la quale non è più in grado di riprodurre i dettagli anche nelle alte luci. In questo caso si parla di saturazione, ovvero un limite oltre il quale il sensore registra solo pixel completamente bianchi.
Nelle macchine digitali troviamo la funzione “avviso alte luci”. Se attivata ci avvisa, con un lampeggio, a schermo in quale area dell’immagine abbiamo superato la soglia di saturazione.
Ho sentito parlare spesso che è possibile superare l’avviso alte luci. Questo è vero, ma dipende da modello a modello di macchina fotografica. Spesso l’avviso alte luci è impostato per iniziare a segnalare la saturazione in sua prossimità. Per mia esperienza tendo a portare l’esposizione al limite senza superarlo a meno non mi trovo in condizioni di altissimo contrasto (controluce, neve etc etc). In questi casi supero leggermente la soglia, limitandomi ad avere davvero pochissimi pixel segnalati. (e solo nel punto di chiaro dell’immagine).
Vi ricordo che l’avviso alte luci effettivamente segnala la saturazione, quindi possiamo accettare qualche pixel sovra saturo, ma bisogna evitare che vi siano ampie aree dell’immagine in queste condizioni. Dove ho alte luci che superano la soglia è impossibile recuperare altre informazioni. Il risultato in post-produzione saranno pixel di tonalità grigio.

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Alcuni esempi
Qui sopra abbiamo un’immagine del Gran Paradiso nell’ora blu. La prima immagine è correttamente esposta a destra e successivamente stata sottoesposta e lavorata in post-produzione. La seconda immagine a destra ha subito la stessa post-produzione a differenza che l’esposizione è stata portata al livello corretto, quindi è stata aumentata.

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Già in dimensione ridotta si nota qualche differenza di qualità, sopratutto nel cielo e le ombre. Se andiamo ad ingrandire al 100% vediamo come le ombre dell’immagine sottoesposta siano decisamente ricche di rumore digitale. La differenza di esposizione tra l’immagine di sinistra e quella di destra è di 4 stop. In pratica sovraesponendo, ovvero portando a destra l’istogramma ho guadagnato 4 stop di esposizione per le ombre riuscendo ad ottenere un’immagine delle stesse molto dettagliata.

Esempio: Immagine sovraesposta.
Come dicevamo, se supero la soglia di saturazione, la macchina mi avvisa con “avviso alte luci”. Importando il file RAW in Camera Raw di Adobe posso vedere dove l’immagine è bruciata. Un tentativo che vedo spesso fare e “insegnare” è quello di recuperare le alte luci con “highlights”. Qui sotto un esempio di cosa accade (Ingrandimento 75%). Potete notare che nessuna alta luce è stata recuperata. Dove il software indicava “bruciato” tale è rimasto ma solo un po sottoesposto. Il risultato è un cielo con gli stessi dettagli precedenti, non ho guadagnato in qualità dell’immagine. Solo alcune zone ai bordi dell’area rossa, in cui erano presenti ancora dettagli al limite della saturazione sono diventate visibili.

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Spero di esservi stato utile.

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